Ieri sera Leonardo Romanelli ha inaugurato con la presentazione del suo nuovo libro "La birra in tavola ed in cucina", una serie di appuntamenti dedicati all' enogastronomia nel negoz..., pardon, in uno dei luoghi più affascinanti di Firenze:
Riccardo Barthel.
Il libro, edito da Mondadori, raccoglie ricette di antipasti, primi, secondi e dolci a base di birra ma anche menù di illustri chef come Matia Barciulli dell'Osteria di Passignano di Tavarnelle val di Pesa, Moreno Cedroni del Madonnina del Pescatore a Marzocca di Senigallia, Aurora Mazzucchelli del Ristorante Marconi a Sasso Marconi, Marco stabile Del ristorante Ora D'aria Firenze, Sergio Maria Teutonico del La Palestra del Cibo di Torino.
Nel libro, prima delle ricette, troviamo un'introduzione interessantissima ai vari aspetti "storici" della birra : gli ingredienti, la fase della produzione, gli stili birrari, la degustazione, nonché una utilissima tabella di abbinamenti della prelibata bevanda con i cibi.
Ma, tornando alla serata, Romanelli cucinando un'ottimo risotto con spinaci alla, manco a dirlo, birra ci ha illustrato una serie di utilissimi consigli da utilizzare in cucina; per esempio come usare il vino per sfumare durante la cottura, l'uso del burro o dell'olio nella tostatura del riso, la doratura della cipolla separatamente dal riso, dell'inutilità della marinatura sotto sale delle melanzane per togliere l'amaro, per non tacer poi del falso mito del tappo di sughero nell'acqua dove si bolle il polpo....inutile.
Insomma il caro Romanelli, in giro di pochi minuti, oltre a ricordarci come cucinare un buon risotto ci ha distrutto tante di quelle che sembran essere delle vere e proprie leggende!
La serata è proseguita con la degustazione degli ottimi salumi della Gerini e la birra Pilsner Urquell e ovviamente l'assaggio del risotto appena cucinato. Non proprio subito però perchè Romanelli suggerisce, ed io sono pienamente d'accordo, che i piatti non vadano serviti immediatamente dopo essere cucinati, ma invece lasciati un pò riposare....diciamo distendersi prima di essere gustati.
Una mancanza: nel libro non c'è neanche una ricetta su come rendere appetibile un piatto a base di finocchi lessi e mi piacerebbe lanciare una sfida tra chi leggerà questo post a trovarne una. Sembra che i poveri finocchi (lessi) siano indigesti al maestro!!!!
Altro suggerimento: sembra che presto aprirà presso Barthel una scuola di cucina, non male per imparare in un ambiente davvero unico e speciale.